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Circuito etnografico dei villaggi

INTERVENTO 6

 

I comuni e i villaggi

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DOUES - villaggio di La Cou

Dall'incontro con i rappresentanti dell'Amministrazione Locale e dai sopralluoghi condotti sul territorio è emersa la condivisa volontà di valorizzare il villaggio di La Cou, in quanto significativo esempio di "village d'antan", ancora integro nei suoi caratteri architettonici e paesaggistici. La Cou può evocare, nell'immaginario del turista, una fotografia in bianco e nero che ritrae momenti e luoghi di un abitare antico. Il villaggio conserva nella pesantezza delle pietre gli echi di un vivere ormai tramontato: la ridotta ampiezza dei vicoli rimanda ai trasporti sui muli, ai carichi di legna e fieno sulle slitte, il forno evoca il momento "febbrile" della cottura del pane nero, occasione di relazione e socialità.

A La Cou ci si arriva ovviamente in macchina, senza la fatica lenta e ben calibrata sul passo del montanaro propria dei sentieri antichi, ormai cancellati dalla gomma delle auto dal tessuto del paesaggio agricolo.

Il toponimo potrebbe derivare dal latino cohors stante ad indicare uno spazio racchiuso tra edifici rustici mentre in epoca altomediovale significava uno stanziamento agricolo. Considerato l'attuale stato di conservazione dell'abitato si suggerisce di tematizzare il villaggio e il paesaggio circostante sull'immaginario leggendario del luogo.

Alla scelta del villaggio di La Cou va affiancato il capoluogo, in cui è opportuno segnalare gli affreschi della chiesa, la torre della casa La Crêtes (appartenuta ad un ramo collaterale del casato dei La Crêtes che si estinse nel settecento con Jean-Gaspard III) e il servizio offerto dalla trattoria Devoix o, più lontano, dal Bon Megnadzo.

La chiesa di San Biagio, costruita nel 1790 sul sito dell'edificio preesistente risalente al 1304, è stata decorata dal pittore genovese Ettore Mazzini che, durante il periodo della seconda guerra mondiale, ha portato a termine la maggior parte degli affreschi interni.

 

Leggende

Il paesaggio agricolo è caratterizzato nei toponimi da eventi lontani nel tempo o da leggende popolari. E' il caso di Plan Détruit, probabilmente teatro di una scaramuccia fra svizzeri e alpigiani locali, che nel tempo è franato… la leggenda vuole che sia stato il sangue dei morti e dei feriti a provocare il dissesto.

In un altro alpeggio, Là de Prou, si racconta della presenza di fantasmi, i Revenants de là de Prou, usciti dopo essere stati apostrofati così da ragazzi in corvée a Ru de By: "Luridi berretti di là de Prou venite fuori!".

Proprio nei pressi di La Cou, sulla roccia sovrastante il villaggio di Chatellair si vedeva spesso una donna con una culla in braccio. Un uomo, un giorno si avvicinò e gliela strappò di mano… al che la donna lo ringraziò: "grazie, mi ha liberata…". Si suppone che la povera donna stesse espiando un infanticidio.

L'altro villaggio accanto a La Cou, Posseil, è invece teatro di un agguato di un lupo…. Un uomo rientrando di notte a casa, sentì un ululato, e scappò a gambe levate verso casa. Ebbe appena il tempo di entrare nella stalla e di sbarrare la porta. Il giorno dopo alcuni minatori che si recavano a Ollomont trovarono un mendicante sbranato dallo stesso famelico lupo.


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