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Circuito etnografico dei villaggi

INTERVENTO 6

 

I comuni e i villaggi

| Allein | Bionaz | Doues | Etroubles | Gignod |

| Ollomont | Oyace | Saint Oyen | Saint Rhémy |

 

 

GIGNOD

Probabilmente sede di un insediamento protostorico, Gignod è sede certa di insediamenti fin da alcuni secoli prima di Cristo. I ritrovamenti di epoca romana confermano la vitalità del centro in epoche imperiale e successive alla caduta dell'Impero. Nel periodo medievale i primi dominatori del paese furono i nobili De Avisio che lo concessero in feudo ai signori De Gignio alla fine del XI sec. Questi ultimi vi possedevano un castello (già esistente a partire dal 1228). Tale maniero, ceduto da Ibleto De Gignio ai Savoia nel 1319 e passato ai signori di Avise, sembra sia stato utilizzato, prendendone le pietre, per costruire l'attuale chiesa parrocchiale. La torre di Château, risalente al XII-XIII sec., domina dall'alto una casaforte (esistente dal 1409) di una famiglia nobile che esercitava il suo dominio sul territorio insieme ai De Gignio: gli Archiery. La casaforte, tornata in mando ai signori di Avise, fu restaurata nel 1596 da Antonio d'Avise. Altre famiglie nobili che avevano influenza sul territorio furono i nobili De La Porte, i Dossan (o Dochan). Tuttavia nel 1252 queste famiglie persero la loro autorità sul paese allorché i Savoia li espropriarono del feudo a favore dei nobili signori di Quart. Estinta la discendenza maschile di questo ramo, il territorio tornò nelle mani dei Savoia insieme a gran parte dei territori della Valle del Gran San Bernardo. Nel 1584 si costituì la baronia di Gignod e venne attribuita al segretario di Stato di Carlo Emanuele I di Savoia, Jean-François de La Crête. Il matrimonio con il marchese Pallavicini della figlia del Jean-François diede origine alla famiglia Pallavicini-La Crête che mantenne il dominio sul territorio fino al 1780.

L'incontro con l'Amministrazione ha suggerito di inserire fra gli obiettivi di valorizzazione dei villaggi sul territorio comunale, gli agglomerati nei pressi del Comune, sfruttandone le emergenze storiche e monumentali. Il quartiere di Gignod Dessous, che raccoglie le frazioni di Château, La Resa, Calavex raccolgono elementi architettonici di rilievo: La casa forte Archiery, una costruzione a tre piani a pianta rettangolare, con numerose finestre in pietra lavorata; appartenuta ai nobili Archiery fin dal 1409 finì nelle mani dei signori di Avise che, con Antonio d'Avise, fecero nel 1596 i lavori che hanno informato il fabbricato così come è giunto fino a noi; il Castello di Gignod dei nobili De Gignio era sito presso l'attuale chiesa parrocchiale esisteva fin dal 1302, i materiali del castello pare siano stati utilizzati per costruire la chiesa di Sant'Ilario; la torre medievale, attorniata dai percorsi di visita dell'area attrezzata, è una torre quadrata di circa 9.5 m di lato databile fra il XII e il XIII sec. (anche se alcuni individuano la data di costruzione nel 1536), essa subì lavori di restauro nel 1908 (cucitura delle murature e apposizione di tiranti); la casa rurale di Caravel (sita nell'omonimo villaggio) e destinata ad accogliere attività culturali.

Altri suggerimenti dell'Amministrazione hanno riguardato il villaggio di Moulin, ai confini con il comune di Roisan, in cui è ancora presente un mulino con una forgia. Dal sopralluogo in tale sito è tuttavia risultato che le strutture (private) del mulino sono difficilmente riconoscibili e visitabili.

Nel villaggio di Buthier, ai piedi della Punta Chaligne, è apprezzabile la cappella di Santa Margherita, la latteria turnaria e la vecchia scuola, oltre a numerosi edifici di architettura minore di rilevanza ambientale.

Nel villaggio di Chez Henry è attivo un artigiano del legno e il centro storico potrebbe essere oggetto di visita.

La volontà di tematizzare e di caratterizzare ciascun comune nell'ambito del percorso ha indirizzato i progettisti a privilegiare gli aspetti più fortemente marcanti lo spirito del territorio di Gignod. In tale prospettiva il recupero della memoria medievale riconoscibile nei suoi monumenti e nell'organizzazione del territorio ha di fatto portato alla valorizzazione del nucleo centrale del Comune. Inoltre in tale sito sono concentrati servizi importanti per la fruizione turistica e che determinano la possibilità di accentuare le ricadute economiche in tale sito. Sono presenti infatti attività commerciali, di ricettività e di ristorazione che potranno essere avvantaggiate dall'attestarsi di flussi turistici.

 

Gignod e il Medioevo

Alcuni villaggi portano il nome delle famiglie nobili che li abitavano: i Lacheriette, di cui si hanno notizie fin dal XIII sec.; i Champlorenzal, già estinti nel XV sec.; i Decré, originari del villaggio di Cré, che vide nella sua genealogia notai, uomini di legge e religiosi.

I diversi villaggi del territorio gravitano intorno al centro di potere religioso e politico: pur non essendoci un borgo vero e proprio la posizione strategica della torre e della chiesa permette loro di dominare il sistema viario e di porsi come vero e proprio baricentro del comune. Intorno ad esso le frazioni erano organizzate tradizionalmente in quattro quartiers: Gignod Dessus (o quartier de Buthier), Gignod Dessous (capoluogo e frazioni vicine alla chiesa), Bas Gignod (Arliod e Variney) e Planet.

Nei villaggi l'agricoltura è l'attività dominante e l'economia è strettamente legata al consumo locale e alla sussistenza. Eccetto che per la vendita del grano e l'acquisto del sale, non vi erano scambi commerciali. Il regime alimentare era basato sulle produzioni cerealicole (frumento e segale) e sull'integrazione derivante dall'allevamento del bestiame (capre, pecore e bovini). Accanto al pane trovava posto sulle mense dei contadini il latte il burro e, raramente, formaggio. La carne doveva essere un alimento raro e prezioso. Altro sussidio alla mensa dei contadini era la castagna e, seppur riservata alla nobiltà, a volte la pesca abusiva permetteva di arricchire ulteriormente i piatti. I primi dati disponibili sulle condizioni di vita lasciano intendere regimi molto duri: la vita media oscillava intorno ai 25 anni, la mortalità infantile si aggirava sul 30%, ma, superata la soglia dei 40 le possibilità di invecchiare miglioravano sensibilmente; non sorprende rilevare che negli atti di morte del curato alla fine del ‘700 si faccia spesso riferimento a mendicanti trovati morti sugli usci delle case; l'analfabetismo era la regola e, fino alla metà del XVIII sec. non più di 20 o 25 abitanti sapessero scrivere il proprio nome e molti di meno sapessero leggere e scrivere correttamente.

La ricchezza di Gignod, garantita da antiche franchigie concesse dalla Signoria Sabauda testimoniate fin dal 1391, è stata per lungo tempo il legname. Era l'unico bene esportato in un regime autarchico, e la sua gestione spettava alla comunità. Ogni anno, a partire dalla fine del XVIII sec., il comune stabilisce la quantità di legname da tagliare e le modalità di distribuzione del legname alla popolazione. La parte eccedente le necessità di riscaldamento viene messa all'asta. Nel XVIII, grazie all'abbondanza di boschi, a Gignod era attiva una fonderia. Il minerale, proveniente dalle miniere di Ollomont, veniva trasportato e fuso nella fucina in località Erein. Per la carenza del combustibile nei luoghi di estrazione anche nel '800 fu installata in loc. Pont d'Ayé che lavorava il minerale estratto a Cogne.

Durante il XIV e il XV secolo si assiste ad una fase di relativa espansione economica. Ne sono testimonianza la costruzione, in quest'epoca, di alcune impegnative opere pubbliche come il Ru Neuf e il Ru Bourgeois, e la realizzazione dell'attuale chiesa e del suo campanile. La congiuntura favorevole si chiude all'inizio del XVI sec., quando il calvinismo svizzero e le conseguenze della guerra franco-imperiale trasformano la via del Gran San Bernardo in una frontiera difensiva. Le fortificazioni che interessano anche Gignod sono il risultato del clima inquieto dei primi anni del ‘500.

La parrocchia di Gignod esiste fin dal 1176 (data della Bolla del papaalessandro III). L'edificio chiesastico, al centro della rete di villaggi sul territorio, scandisce i ritmi della comunità. La chiesa attuale è stata costruita non più tardi del XV secolo, presso il sedime del Castello di Gignod di cui pare siano stati utilizzati i materiali per l'erezione delle strutture. I committenti furono i Signori di Avise Stefano e la consorte Pernette come si può evincere dall'iscrizione ancora visibile. Il campanile fu costruito più tardi, tra il 1481 e il 1485, da un capomastro di Gressoney.

Nei villaggi la presenza della Chiesa era attestata dalle cinque cappelle (tutte costruite fra il XVII e il XVIII secolo in un evidente sforzo di evangelizzazione controriformista); la sacralizzazione del territorio si manifesta nella presenza sugli incroci dei sentieri che conducono ai villaggi di diversi oratori.

Accanto alla chiesa, svolgono un ruolo importante nell'organizzazione della vita sociale le confraternite. A partire dal XVI sec. esse si attestano con funzioni di culto, di solidarietà ed aiuto, di controllo sociale o, in alcuni casi, di rappresentanza sociale ed economica. In generale, queste forme di associazionismo, si possono identificare come una risposta umana alla precarietà e agli stenti di condizioni di vita durissime. Le scarse possibilità di difesa di un individuo singolo lo spingono a cercare rifugio in legami protettivi come la famigli, la parrocchia ed, appunto, nelle confraternite.

La processione di Punta Chaligne, nata nel 1630 per scongiurare l'epidemia pestilenziale, ha assunto nel tempo un significato propiziatorio. Il 16 agosto di ogni anno si ritrovano agli 2608 m di Punta Chaligne i fedeli di Gignod, Excenex e Arpuilles.

 

Le case di Gignod

E' possibile a volte ricostruire la storia delle fasi costruttive e modificative degli stabili giunti ai giorni nostri. Su uno stesso fabbricato si possono riscontrare murature di diverse epoche e ci si rende conto di come sia variato nel tempo il modo di lavorare la pietra. Nel comune di Gignod le pietre per l'edilizia provenivano da cumuli fatti in seguito alla pulizia dei campi. I fabbricati più vecchi o le parti di muratura rimaste della stessa epoca (XV secolo) sono realizzati con pietre lavorate a spacco disposte a corsi orizzontali e legate con terra grassa e le catene d'angolo sono ben squadrate.

La diffusione della calce nel XVIII secolo ha causato una riduzione dell'uso della pietra come materiale da costruzione. Si trovano pertanto muri con conci di pezzatura più piccola legati con malta di calce. Nel XIX secolo i muri vengono ricoperti da intonaco e pertanto viene riposta meno cura nella scelta e nella lavorazione delle pietre. Questa situazione è comune a buona parte del territorio valdostano, ma è notevolmente amplificata nel comune di Gignod grazie alla presenza di un forno da calce vicino al villaggio di Roven; e di un altro risalente al 1846 nei pressi di La Clusaz. Ciò ha determinato, tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, una modificazione del paesaggio dovuta ad una pressoché totale intonacatura degli edifici nei villaggi; le frazioni, molto meno mimetiche nel paesaggio, "spiccavano" per le tinte chiare e calde degli intonaci. Alla fine del XIX secolo l'arrivo della ferrovia nella nostra regione ha favorito l'accesso alle tegole d'importazione, usate nelle coperture dei tetti: la percentuale dei tetti rossi a Gignod è di circa il 33% mentre si riduce a meno del 2% nei pressi di Etroubles, risalendo la valle del Gran San Bernardo.


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