Il Carnevale
   Riduci

Le comunità insediate nelle due vallate hanno un loro modo particolare per tramandare la memoria collettiva da una generazione all’altra: il carnevale storico della Coumba Frèide affonda le radici in almeno 600 anni di vicende.

Il primo documento che ci parla del carnevale locale risale al 1467: un allarmato monsignor François de Prez denuncia formalmente al duca di Savoia gli “eccessi” cui si abbandonavano le maschere scese da Bosses ad Aosta, invitandolo a prendere provvedimenti come l’esilio perpetuo e la confisca dei beni. Cortecce di legno, campanacci e corna da diavolo: questi gli elementi originari dei travestimenti in voga all’ombra del Gran San Bernardo.

Nel 1800 la fantasia popolare metabolizzò la forte impressione suscitata dal passaggio dell’armata napoleonica, ispirando ad essa la coloratissima coreografia che i cortei carnevaleschi hanno conservato fino ai nostri giorni. Allegoria caricaturale, ironica dell’imponenza e della magnificenza dei 40 mila uomini di Napoleone - ma anche degli ideali di libertà della Rivoluzione Francese che il grande condottiero diceva di voler “esportare” nell’universo mondo - il carnevale è allo stesso tempo annuncio del ritorno del sole e della bella stagione, del loro trionfo sull’inverno e sulle forze avverse della natura.

La festa che si celebra ogni anno tra gennaio e febbraio ha anche un altro filone di ispirazione: il richiamo a un fantomatico matrimonio tra due persone anziane e un po’ folli. Questa la cornice generale di tutte le sfilate, che pur con differenze sensibili da un villaggi all’altro presentano degli elementi comuni.

I cortei sono tutti animati da joueurs con fisarmoniche, sassofoni e fleì (percussioni primitive). Sono sempre presenti la coppia giovane formata da Arlequeun e Demouazella, e la coppia anziana e un po’ stravagante con il Toc e la Tocca. Sono ingredienti costanti l’orso che annuncia la primavera, il diavolo, le code di cavallo che simboleggiano i venti favorevoli, gli specchietti sugli abiti a coda di rondine delle landzette (questo il nome delle tipiche maschere ispirate a Napoleone) per scacciare le forze maligne portando luce e calore. Trasgressione e ironia, dispetti bonari, scherzi e danze: questi gli ingredienti base di ogni sfilata, che si sviluppa attraverso un serrato programma di visite porta a porta toccando tutte le frazioni e case sparse di ciascun comune.




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