Randò sans Frontières
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 “Randò sans frontières”, è un progetto di cooperazione transfrontaliera, finanziato sulla misura 1.3 “Sviluppo integrato del turismo”, del P.I.C. (Programma di Iniziativa Comunitaria) Interreg III A Italia-Svizzera, che punta allo sviluppo sostenibile delle zone montane valorizzando le attività legate all’escursionismo.
Più in particolare, il progetto è teso allo sviluppo del turismo legato ai grandi itinerari escursionistici transfrontalieri lungo la frontiera che separa la Valle d’Aosta e il Piemonte dal Cantone del Vallese e prevede interventi per proporre servizi innovativi per una clientela sempre più esigente ed attenta alla qualità all’ambiente e all’accoglienza in alta montagna.

Randò sans frontières si basa su un patrimonio eccezionale di itinerari che si sviluppano per quasi 800 km partendo dal Monte Bianco fino al Monte Rosa, toccando altre vette di importanza europea come il Grand Combin, la Dent d’Hérens, il Cervino. Il progetto intende collegare i numerosi “tours transfrontalieri”, tra i quali il più conosciuto e frequentato è quello del Monte Bianco, in un unico grande percorso che nulla ha da invidiare ai trekking “hymalaiani”.

Esso s’inserisce nelle iniziative di applicazione del P.C.T. (Plan de Coordination Territoriale) Valle d’Aosta – Vallese e nelle azioni strategiche che la Comunità Montana persegue attraverso il P.S.T. (Piano di sviluppo turistico).
Il progetto si integra anche con le iniziative di promozione delle grandi vie pedestri a livello europeo, come la Via Francigena e la Via Alpina, ed è complementare alla politica dell’Espace Mont-Blanc sostenendo l’affermazione del turismo dolce e durevole.

Il progetto ha saputo raccogliere un ampio partenariato. Esso infatti interessa 31 Comuni posti lungo la frontiera italo-svizzera e precisamente:
per la Valle d’Aosta: Courmayeur, Saint-Rhémy-en-Bosses, Saint-Oyen, Etoubles, Allein, Doues, Ollomont, Bionaz, Oyace, Valpelline, Torgnon, Valtounenche, Ayas, Gressoney-Saint-Jean, Gressoney-La-Trinité ;
per il Vallese : Bourg-Saint-Pierre, Liddes, Orsières, Bagnes, Nendaz, Hérémence, Ayer, Griments, Oberems, Randa, Tasch, Zermat, Grachen, Saas-Grund, Saas-Almagell, Saas-Fee ;
e due Comunità Montana piemontesi: Valsesia e Monte Rosa.

I due capofila di progetto, la Comunità Montana Grand Combin, per parte italiana, e Valrando (Association pour la Randonnée Pédestre), per parte svizzera, rappresentano le 23 amministrazioni coinvolte nel progetto.

Nel settembre 2002 il progetto è stato approvato e ammesso a finanziamento per un importo pari a € 1.671.867,00, per parte italiana, di cui l’80% finanziato dall’Unione europea tramite il F.E.S.R. (Fondo europeo di Sviluppo Regionale), dallo Stato italiano e dalla Regione Valle d’Aosta e Piemonte e il restante 30% dai Comuni e dalle Comunità Montane partner.

Rando sans Frontières promuove e incentiva un nuovo modello di turismo, in linea con le tendenze attuali del mercato internazionale, cercando in particolare di:
1. coinvolgere le popolazioni e gli operatori nelle strategie di mercato che propongono un’immagine della montagna legata ai valori della natura e del relax e dello svago in un ambiente di pregio ambientale;
2. diversificare l’offerta escursionistica. A fronte della concentrazione dei flussi escursionistici su alcuni itinerari privilegiati (per esempio sul Tour du Mont- Blanc) è necessario promuovere e facilitare la scoperta di nuovi percorsi, sostenendo la visita anche delle zone meno conosciute e meno dotate di infrastrutture turistiche;
3. utilizzare l’escursionismo per una promozione ad alto livello della zona transfrontaliera tra la Valle d’Aosta, il Piemonte e il Vallese. Lo spezzettamento della rete dei percorsi rende poco “visibile” l’effettiva ricchezza dell’offerta sentieristica complessiva. Il progetto sta costruendo gli elementi utili a creare un richiamo internazionale, per posizionare questa zona eccezionale dell’arco alpino nella cerchia delle “mete simbolo” per chi pratica il grande trekking. Si tratta anche di un’operazione culturale diretta a riaffermare il valore e il prestigio delle Alpi, culla dell’alpinismo mondiale che spesso sono messe in secondo piano rispetto a destinazioni più “esotiche”.
Il progetto ha anche portato avanti un’azione di coordinamento con la Regione. Un seminario svoltosi nel 2003, cui hanno partecipato gli Assessori regionali al Turismo e all’Agricoltura, ha messo in luce le difficoltà che sussistono nella gestione operativa dei sentieri (costi di manutenzione, responsabilità nella gestione, programmazione dei lavori). A seguito del seminario è stato costituito un gruppo di lavoro composta da funzionari dei due assessorati che sta cercando di mettere ordine in un settore dove non sono chiare le responsabilità in carico ai diversi dicasteri.

Dal punto di vista operativo Rando sans Frontières ha realizzato questi prodotti:
integrazione degli interventi per l’escursionismo con le altre strategie locali di sviluppo turistico. Randò sans Frontières è stato messo in sinergia con iniziative del programma Leader Plus. Si sta ora puntando ad utilizzare il Fondo Sociale Europeo per la formazione dei giovani che vogliono intraprendere nuove professioni legate al turismo escursionistico e sostenibile.
Gli investimenti e le azioni del progetto sono state ripartite sul territorio nel modo più equilibrato possibile cercando di offre opportunità al maggior numero possibile di Comuni;

recupero di strutture di appoggio per la percorrenza lungo i Tours.
Nonostante gli importanti investimenti degli ultimi decenni, nella zona del Grand Combin esistono difficoltà per fornire un’adeguata accoglienza degli escursionisti. Si tratta di un problema molto sentito soprattutto dalla clientela straniera, abituata a pianificare i propri spostamenti su più giorni con prenotazione. Per questa ragione si è dato corso alla sistemazione di due strutture nella Valle del Grand-Saint-Bernard, utilizzando tra l’altro edifici di alpeggio già esistenti: l’alpeggio Molline di Etrouble e l’alpe di Baravex a Allein;

allestimento di sale e locali di proprietà dei comuni come punti di informazione e centri d’interpretazione. La sensibilizzazione per un corretto approccio alla montagna è alla base di una strategia integrata di sviluppo sostenibile. A tal scopo sono stati allestiti tre centri informativi, a Bionaz, Valpelline e Valtournenche, che presentano la tradizione dell’alpinismo locale e informano il visitatore sulle tematiche attinenti la cultura e l’ambiente montano con specifico riferimento agli aspetti peculiari di ciascuna zona;

progettazione di percorsi di accesso ai grandi tours. L’azione ha permesso di identificare una serie di “accessi” agli itinerari transfrontalieri, le cosiddette “descentes aux villages”, che consentono di distribuire i flussi di visitatori al di fuori dei percorsi più conosciuti e sovraffollati. Si tratta di un intervento importante nell’ottica della sostenibilità dello sviluppo turistico che oltre ad alleggerire l’impatto dalle zone troppo frequentate, porta ad un “riequilibrio delle opportunità” derivanti dai benefici dati dalla presenza degli escursionisti;

realizzazione di un sistema d’informazione geografica contenente una serie d’informazioni relative ai tracciati ed alla segnaletica di orientamento e di informazione. Questo sistema, per ora in forma sperimentale, dovrebbe a regime diventare una sorta di “catasto sentieristico”, uno strumento pensato per chi deve gestire i sentieri. Esso è in grado di fornire alle Amministrazioni una risposta per avere chiare le modalità di manutenzione e gestione dei percorsi presenti sul proprio territorio, indicando chi è responsabile dei vari sentieri, quali sono le zone dove intervenire, dando anche un’indicazione di massima sui costi ordinari per il mantenimento in esercizio;

realizzazione di una guida e di un sito WEB per la promozione del collegamento tra tutti i tours transfrontalieri. L’azione vuole garantire un’adeguata promozione ad un nuovo prodotto che è stato ideato e sviluppato all’interno del progetto da Valrando in collaborazione con i partner italiani. Si tratta di Alptrekking, un itinerario che collega il Monte Bianco al Monte Rosa, utilizzando per la maggior parte i percorsi dei tours esistenti, offrendo agli escursionisti più esigenti fino a 35 giorni di trekking quasi sempre al di sopra dei tremila metri. Si tratta di un progetto ambizioso che sarà anche pubblicizzato da un documentario trasmesso su un canali televisivo europeo;

sistemazione e realizzazione di sentieri di particolare interesse storico e paesaggistico in Valle d’Aosta e in Piemonte. L’intervento è diretto ad utilizzare dei percorsi particolarmente frequentati per valorizzare l’intero progetto. E il caso del sentiero tematico di Gressoney-Saint-Jean, che oltre a presentare le specificità della cultura Walser, rilancia sull’insieme degli itinerari transfrontalieri e del Tour du Mont Rose.

Un bilancio dei risultati raggiunti mentre si è in fase di conclusione delle azioni, prevista per giugno 2006, permette di dire che il progetto ha segnato una svolta nel modo con cui si affrontano i problemi del turismo escursionistico. Randò sans Frontières non ha concentrato gli sforzi e gli investimenti sulla costruzione di nuovi sentieri ma piuttosto ha cercato di costruire strumenti utili a valorizzare al meglio le potenzialità esistenti. Le parole d’ordine sono state “raccordarsi strettamente” con le comunità locali valdostane, piemontesi e svizzere e “creare un prodotto internazionale”, capace di posizionarsi sul mercato mondiale della montagna.




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