Gran San Bernardo
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Alternando dolci pendii boscati a dirupi e risalti rocciosi, la valle del Gran San Bernardo offre grandi emozioni a chi la risale utilizzando la strada statale che reinterpreta in chiave moderna una delle più antiche vie di comunicazione attraverso le Alpi. I romani fondarono Aosta nel punto esatto in cui la strada diretta al colle del Gran San Bernardo (2473 m) si stacca da quella per il Piccolo San Bernardo. La salita al valico di confine con la Svizzera, snodo vitale delle rotte commerciali e dei pellegrinaggi tra Italia e Nord Europa, era tutt’altro che agevole per i viandanti che si sono succeduti lungo due millenni, diventando inagibile ogni inverno con l’arrivo delle nevi. Il traforo autostradale inaugurato nel 1964, lungo poco meno di 6 chilometri, ha fatto del Gran San Bernardo un valico transitabile 12 mesi all’anno. E’ il tunnel stradale posto più in alto in Europa: buca la montagna a oltre 1900 metri di quota. A oriente del valico, la cresta di confine si alza bruscamente nel massiccio del Vélan (3731 m), dalla cui cima si stacca verso nord il contrafforte che separa le valli svizzere di Bagnes ed Entremont. La valle è strutturata in 8 valloni principali e conta 5 comuni: Gignod, Allein, Etroubles, Saint-Oyen e Saint-Rhémy-en-Bosses. La tradizione ha assegnato al bacino dell’Artanavaz l’eloquente nome di Coumba Frèide. Meritatissimo, per tre ordini di fattori: temperature basse per buona parte dell’anno, venti persistenti e ingenti masse di neve a ricoprire i rilievi per diversi mesi. Questi i record toccati al colle del “Grande”, dove dal 1817 una stazione meteorologica gestita dai canonici agostiniani sforna i suoi dati: 24 metri e 74 centimetri di neve caduta nel 1914, 30 gradi sotto zero nel 1929.




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