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Il villaggio di La Cou a Doues

INTERVENTO 7

 

ANALISI E OBIETTIVI

 

 

L'abitato di La Cou, per la sua storia, la sua situazione attuale e le sue potenzialità intrinseche, rappresenta un modello sufficientemente rappresentativo attraverso il quale è possibile individuare interventi per la valorizzazione integrata del patrimonio rurale del villaggio applicabili ad altre situazioni. Per fare questo occorre inquadrare il villaggio nel suo contesto storico, sociale ed economico in maniera estesa, tenendo certamente conto delle sue peculiarità specifiche ma cercando di estendere l'analisi in maniera da comporre un quadro progettuale di intervento che possa essere considerato come linea guida per una più generale politica di salvaguardia dei piccoli centri abitati di montagna di origine rurale.

Entro il presente Studio Preliminare si è utilizzato del materiale di supporto che è servito a rappresentare statisticamente e graficamente i processi di analisi mirata che si sono ritenuti importanti nell'ambito di una fase di valorizzazione che parta da processi incentivanti di intervento. Si è cioè proceduto attraverso un'indagine capace di andare oltre a quelli che possono essere strumenti conoscitivi propri della pianificazione urbanistica a scala locale ma si è cercato di approfondire l'analisi di quei settori che, attualmente, rappresentano motivo di disincentivazione all'intervento. La convinzione è infatti quella per cui si ritiene che per poter incentivare il riutilizzo di frazioni abbandonate in montagna fosse certamente utile capire i motivi che hanno portato al loro abbandono ma che fosse ancor più utile capire, entro un quadro attuale, gli elementi, entro una situazione mutata rispetto a quella originaria, rendono difficoltosa la volontà di recupero da parte dei proprietari.

Il fenomeno dell'abbandono degli abitati rurali fortemente decentrati rispetto ai centri urbanizzati rappresenta uno degli aspetti che vedono mutare le condizioni economiche e sociali legate all'insediamento umano nel territorio. L'agricoltura si caratterizza per un mutamento delle dimensioni gestionali. Si sta velocemente perdendo la figura del contadino che gestisce, soprattutto per il proprio sostentamento, la sua attività a livello familiare. Anche in Valle d'Aosta le aziende agricole assumo il carattere di impresa ed estendono gli ambiti di attività, ampliando, per numero di addetti, per superfici utilizzate, per quantità prodotte, per fatturato, le loro dimensioni. Ad un'attività più di tipo industriale che artigianale corrispondono necessità localizzative e infrastrutturali diversificate rispetto all'attività agricola che ha visto nascere i nuclei frazionali montani.

La Cou, come tantissimi altri esempi analoghi, rappresenta un modo di gestire l'attività rurale ormai desueto e mutato. Sarebbe improponibile sperare di preservare dall'abbandono una frazione come La Cou riproponendo come attuali attività, relazioni e modalità che sono appartenute al passato e per questo sarebbero destinate a fallire.

E' peraltro innegabile che il contesto naturale, ed ancora oggi rurale, sia ciò che più di ogni altra cosa rende coerente e potenziale una politica di incentivazione al riutilizzo di centri nati in ambito rurale e per questo caratterizzati. Sarebbe cioè improbabile cercare di applicare caratteri prettamente ed esclusivamente urbani ad un contesto che, in questo modo, sarebbe falsificato e che non troverebbe, in ciò, possibilità di riuscita.

La volontà di differenziarsi da un processo prettamente urbanistico e progettuale che potrebbe scaturire da un Piano Regolatore Comunale o dai suoi eventuali strumenti attuativi, troppo legato a fattori di tipo dimensionale o tecnologico, e da un processo invece più esteso di tipo paesistico, valido entro linee di principio estese ad una scala regionale, sta proprio nel collocarsi a metà tra queste due scale di intervento, in maniera da rendere pratiche linee generali tanto da poterle definire a scala comunale e locale. Ed è per questo che l'ambito di analisi e proposte che fa capo al presente progetto di valorizzazione, tiene conto dei vincoli estesi a livello di P.T.P. facendoli propri e, al tempo stesso, non arriva ad essere definita come un Piano di Recupero o una Normativa di Attuazione, cosi come la normativa attuale prevede che siano, per collocarsi nel mezzo, costituendo un approccio armonico con il contesto regionale, sufficientemente realistico per portare alla definizione di strumenti di attuazione locali e tale da costituire un volano reale di valorizzazione.

Una politica di valorizzazione efficace deve tenere conto sia del contesto sociale che di quello economico, attuali e potenziali, entro i quali collocare l'ambito di studio per saper indicare le linee di sviluppo reali, cercando di capire in ambito locale cosa impedisce, con quali modalità e con quali dimensioni un reale interesse all'intervento. La realtà agricola che cambia e che integra in sé aspetti legati a settori economici una volta diversificati o addirittura antagonisti, come il turismo, può costituire uno degli obiettivi generali. La comprensione dei fattori che congelano le proprietà immobiliari entro un immobile disinteresse che porta a degrado e fatiscenza è, all'opposto, ciò che puo rappresentare un carattere peculiare di ogni situazione. E' improbabile legare i riutilizzi alla residenza primaria mentre costituisce potenzialità l'ipotesi che vuole conciliare ruralità e turismo con la residenza occasionale.

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