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L'erbario di Saint-Oyen

INTERVENTO 5

 

Incarico per l'affidamento di un servizio di consulenza per assistenza al riordino e all'attivazione dell'erbario.

ANTICHI ERBARI DI SAINT-OYEN
D.ssa Isabella Vanacore Falco

 

 

 

Relazione

L'erbario, di proprietà del Comune di Saint-Oyen, fu ritrovato nel 1992 durante la ristrutturazione di Château Verdun, l'antica casaforte medioevale proprietà dei monaci del Gran San Bernardo, ha subito una prima fase di recupero subito dopo il suo ritrovamento grazie all'intervento di Paolo Desandré, Gianpiero Collé ed alcuni tecnici dell'Assessorato all'Agricoltura. I primi restauratori intervennero drasticamente, cambiando tutti i fogli originali su cui erano posizionate le piante, probabilmente per bloccare l'azione dei parassiti. Venne prodotta una pubblicazione sul lavoro fatto: "Antico Erbario di Saint-Oyen 1850 - 1892", la parte di erbario ristrutturato è attualmente conservato all'interno della biblioteca di Saint-Oyen.

Durante lo scorso inverno, dopo aver ottenuto l'incarico, aprendo gli antichi faldoni ho riscontrato l'esistenza di due erbari diversi appartenenti a due differenti secoli, il primo (quello già revisionato negli anni '90) risale alla seconda metà del XIX secolo, il secondo, molto più ricco di quello già restaurato risale agli inizi del 1900: dal 1902 al 1911, con alcuni esemplari del periodo 1922-1925 (forse una prima revisione). Questo secondo erbario è composto da 8 faldoni contenenti 756 fogli (in ogni foglio sono presenti da 1 a 6-8 esemplari, raramente da 10 a 20), le specie appartengono a 76 Famiglie diverse. Gli esemplari originariamente contenuti nell'erbario erano 2755, molti di loro distrutti, ma la maggior parte in ottimo stato di conservazione.

Dopo una prima valutazione sullo stato attuale dell'erbario, mi sono trovata a dover risolvere un grande dilemma: preservare maggiormente il valore storico (mantenendo il più possibile le parti originali dell'opera) o quello scientifico (cambiando tutti i fogli originali) dell'erbario? La decisione di dare maggior rilievo alla parte storica dell'opera è stata presa dopo aver consultato alcuni Curatori di erbari storici presenti in Italia (l'erbario dell'Università di Firenze – Prof. Cuccuini, di Torino – Prof.ssa Forneris, di Perugia – Prof. Venanzoni e quello del Museo di Scienze Naturali di Saint Pierre – Dr. Bovio).

Si è proceduto al restauro tentando di salvaguardare e conservare la maggior parte dell'erbario, rimuovendo solo le parti più rovinate, mangiate dai parassiti e diventate polvere (con un pennello). E' seguita la disinfezione tramite congelamento e quarantena con cicli di gelo e disgelo.

Nei Faldoni ogni Foglio è stato identificato da un codice numerico formato 4 gruppi di cifre:

 

Ad esempio il codice numerico 2.31.11.2 identifica: faldone 2, la famiglia 31 (cioè le Campanulaceae), il foglio 11, l'ultima cifra (2) il secondo esemplare (Campanula scheuchzeri) presente nel foglio 11.

La fase successiva è stata quella dell'aggiornamento della nomenclatura, dalle 76 Famiglie originali si è passati a 72 attuali, dai 642 nomi in latino degli esemplari si è passati a 573.

Questa diminuzione è dovuta ai criteri attuali di nomenclatura che tendono a raggruppare molte "sottospecie" in "specie" e molte "specie" in "aggregati".

In questa fase sono stati presi in considerazione solo i cartellini di specie già identificate all'inizio de XX secolo, si rimanda l'identificazione e l'aggiornamento nomenclaturale delle specie non determinate ad altro incarico.

Grazie alle moderne tecnologie sono stati fotografati digitalmente tutti i fogli dell'erbario. La consultazione di questo avverrà proprio grazie alle immagini digitali, archiviate in un database contenente anche le caratteristiche degli esemplari botanici, che potrebbe essere pubblicato in rete.

Il programma di consultazione è articolato il 4 sezioni:

 

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