Valorizzazione della Patata
comuni: St. Rhémy en Bosses, St. Oyen, Etroubles, Allein
- Relazione integrale del progetto [248 kb .PDF]
ELENCO ALLEGATI
- Questionario [28 kb .PDF]
- Repertorio fotografico [522 kb .PDF]
- Elenco aziende settore agro-alimentare
[35 kb .PDF] - Estratto Codice civile [26 kb .PDF]
- Bozza statuto patata [44 kb .PDF]
- Regime speciale IVA [537 kb .PDF]
- Disciplinare certificazione di prodotto
[31 kb .PDF] - Misure per certificazioni [32 kb .PDF]
- Elenco degli organismi di controllo del biologico
[25 kb .PDF]
Il progetto di "Valorizzazione della patata" è stato affidato dalla comunità montana Grand Combin alla cooperativa lo Pan Ner.
La realizzazione del progetto si è basata sul perseguimento dei seguenti obiettivi:
- Raccolta dati e rilievi sul campo
- Relazione di stima della produzione annua
- Studio delle caratteristiche della struttura di conferimento
- Consulenza alla formazione d'impresa
- Redazione di un vademecum per la produzione e certificazione della patata biologica.
Il lavoro è stato svolto sulla base del principio della progettualità condivisa con le parti interessate: Comunità montana in quanto committente, Sindaci dei comuni interessati, Popolazione.
Dagli incontri realizzati con le parti interessate sono emerse l'intenzione e la volontà di proseguire il percorso delineato dal progetto; in particolare si è evidenziata l'importanza di proporre un questionario agli agricoltori per raccogliere dati necessari per la stima della produzione attuale, per la stima della produzione potenziale, per avere indicazioni dai produttori circa le modalità di conferimento e della tipologia della struttura di conferimento (consorzio, cooperativa, altro), e per ottenere altri dati circa le modalità di coltivazione.
Oltre agli incontri con le pareti interessate, il gruppo di progettazione ha effettuato un incontro con il Consorzio per la Valorizzazione della Patata dell'Alta Valle Belbo, presso il Comune di Mombarcaro nelle langhe (Piemonte).
I risultati emersi dall'analisi dei dati dei questionari e dai vari incontri avuti sono stati completati da ricerche specifiche rispetto agli obiettivi del progetto.
Il progetto nel complesso evidenzia che:
- le rese attualmente ottenute (2,5 kg/mq) sono sufficienti, ma potrebbero essere migliorate razionalizzando alcune tecniche di coltivazione
- le maggiori difficoltà da superare per coltivare la patata biologica sono l'utilizzo di letame prodotto in allevamenti biologici e la corretta pratica della rotazione, per il resto le tecniche di coltivazione praticate sono già idonee all'ottenimento della certificazione biologica
- altre possono essere le vie per la valorizzazione del prodotto (certificazione di prodotto, prodotto tradizionale.) che possono essere considerate delle tappe progressive per arrivare un domani alla produzione biologica e relativa certificazione.
- la realizzazione di una struttura di conferimento o di una cooperativa risulta prematura, considerate le produzioni e la facilità di vendita anche al proprio domicilio
- la realizzazione di un consorzio di tutela sembra essere la soluzione che meglio si adatta alla realtà attuale - il consorzio potrebbe dotarsi di alcune semplici macchine per agevolare la coltivazione e di una macchina per la vagliatura e il confezionamento del prodotto finito
Di fatto il progetto si potrebbe concretizzare con la realizzazione del seguente percorso:
- a) Creazione di un consorzio di tutela costituito dal nucleo di produttori maggiormente motivati; il consorzio si occupa della tutela e della promozione del prodotto attraverso la realizzazione di una filiera minima che affianca alla produzione le due fasi successive.
- b) Registrazione del marchio; il Consorzio richiede la registrazione di un marchio privato, sia per il nome sia per il logo;
- c) Iscrizione nell'elenco dei prodotti tradizionali; questo permette oltre a valorizzare il prodotto, anche di accedere ad eventuali contributi regionali per la certificazione di prodotto;
- d) Certificazione di prodotto; il Consorzio richiede la certificazione del prodotto ad un ente riconosciuto conforme alle norme UNI EN 45011; e) Confezionamento del prodotto; il consorzio potrebbe predisporre una convenzione con la Cofruit per l'uso della macchina confezionatrice; il costo per l'uso dell'attrezzatura potrebbe essere a zero in quanto di proprietà della Regione, mentre nel caso di utilizzo di un tecnico della Cofruit il costo sarebbe da convenire;
- f) Commercializzazione; il prodotto confezionato può avere diversi sbocchi: - vendita tramite la stessa Cofruit previa associazione dei produttori (o del consorzio) alla Cooperativa - vendita diretta presso il domicilio del produttore - vendita attraverso canali sviluppati dalla comunità montana (Vetrina di Gignod e di St. Rhémy en Bosses) - convenzioni con negozianti / albergatori della zona.
La realizzazione del progetto agirebbe inoltre da stimolo al mantenimento del territorio, allo sviluppo locale, alla salvaguardia della qualità del prodotto, e contribuirebbe a tessere una rete di relazioni sociali ed economiche.